Storia

La costruzione del Teatro Comunale fu avviata nel 1871, al posto del precedente Teatro delle Muse. Il disegno originale era di Giovanni Santini da Perugia, assieme al quale lavorò anche l’architetto e ingegnere Coriolano Monti, anch’egli di Perugia, che apportò alcune modifiche. I lavori terminarono a dicembre 1876, e l’inaugurazione avvenne nel 1878 con l’opera lirica il Violino del Diavolo scritta per l’occasione dal cav. Agostino Mercuri di Sant'Angelo in Vado, con dieci scene (ancora conservate) di Girolamo Magnani, lo scenografo preferito da Giuseppe Verdi.

Dopo lunghi lavori di restauro, il Teatro Comunale di Cagli è stato riaperto al pubblico nel 1999, con tutti gli adeguamenti richiesti dalle norme in materia di luoghi di spettacolo. Da quel momento è diventato un punto di riferimento per artisti italiani ed internazionali, adottando la formula delle "brevi residenze artistiche e creative".

La facciata e il foyer

La facciata principale del teatro, sormontata da un cornicione e con finiture decorative a bugnato è armonicamente integrata nel contesto urbano della centro storico cagliese. All’interno il foyer ha una elegante volta a crociera con eleganti decorazioni di colori cangianti e fioroni a rilievo nella chiave di volta.

Le decorazioni

Tutte le decorazioni del teatro, compreso il grande sipario, sono opera di Alessandro Venanzi (1839-1916). Le balconate dei palchi e del loggione, hanno studiate decorazioni che variano l’una dall’altra. La balconata del secondo ordine riporta le effigi degli uomini illustri di Cagli. Alla base dei pilastri del primo c’è la riproduzione di un Cigno, al secondo è posta la Sfinge greca e nel terzo ordine l’animale favoloso Pegaso.

La Sala degli spettacoli

Le decorazioni della grande volta sono in gran parte nelle tonalità dell’azzurro. Elaborate cornici contengono le figure simboliche delle sette arti liberali: Grammatica, Dialettica, Retorica, Aritmetica, Geometria, Astrologia e Musica. Nei pennacchi delle finte vele si aprono dei tondi nei quali sono i busti a monocromo di grandi personaggi votati alle arti maggiori.

Al di là della cornice, che delimita lunette e tondi, il Venanzi è ricorso ad un alleggerimento cromatico attraverso un fondo digradante dall’azzurro al violaceo che raggiunge l’apice attorno al rosone ligneo traforato che, aprendosi in due parti, permette alla lumiera dorata di salire fin sopra la volta. Il lampadario, disegnato a scheletro, è stato intagliato nella bottega di Francesco Pucci da uno dei suoi migliori allievi: Rinaldo Paioncini.

Sipario storico di Alessandro Venanzi

La bocca d’opera è decorata con statue della Commedia e della Tragedia sotto le quali si trovano i busti del Goldoni e dell’Alfieri. Il timpano è ornato da un un orologio tirato da bighe contrapposte. Conclude l’opera del Venanzi il magnifico sipario, che raffigura un folla di armati, paggi e alti dignitari attorno al padiglione di Federico Barbarossa che nel 1162 pose sotto assedio Cagli, raffigurata sullo sfondo a sinistra.

Nell’episodio ritratto, l’imperatore nomina “Ludovico Baglione Duca di Svevia in Vicario perpetuo dell’Imperio sopra la Città di Perugia”. Il sipario è stato accuratamente restaurato nel 1998-2002 da primarie ditte italiane.

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